Attacchi di panico: come riconoscerli?
Attacchi di panico: come riconoscerli?

«In un periodo di serenità e di apparente benessere, il cuore comincia a battere in modo intenso, sempre più intenso, come fosse incontrollabile. Le pulsazioni cardiache si fanno sempre più frequenti, la fronte viene ricoperta dal sudore, il tremore crescente scuote le braccia e dà l’impressione di un blocco delle gambe. Allora ci si trova a pensare sempre più con insistenza che stia per sopraggiungere un infarto e la mente corre verso un luogo di cura, verso qualcuno che possa tentare di salvarlo. Ecco che ci si sente assaliti dall’affanno, dalla sudorazione, dal terrore, dall’idea di non riuscire a destreggiarsi in questa situazione. Vi è un’impressione di vertigine che sconcerta, determina smarrimento ed incrementa il vissuto di paura. Ci si ritrova in un centro commerciale dove la luce artificiale risulta insopportabile e sempre più intenso diviene il pensiero di andarsene da quel luogo affollato in cerca di pace. Si è portati alla fuga, alla ricerca disperata di aiuto o al conforto che potrebbe dare una persona amata» (Pozzetti, 2007, pag. 17).

Gli attacchi di panico sono tra le più comuni manifestazioni d’ansia e sono caratterizzati da crisi di paura intensa o da vero e proprio terrore, accompagnati da senso di morte imminente e paura di perdere il controllo o di impazzire.
Di solito durano alcuni minuti, insorgono improvvisamente, senza causa scatenante (almeno in apparenza) e si accompagnano a senso di soffocamento, tachicardia, sbandamenti, sudorazioni, tremori, nausea.

L’attacco di panico è un messaggio lanciato dal corpo per avvertire che c’è qualcosa che non va, ma non sul piano fisico. Il panico ha radici profonde ed antiche, si genera da qualcosa di cui non si è consapevoli. Pertanto, prendere la decisione di indagare quali siano le proprie esigenze più profonde è molto difficile e richiede coraggio.

Quando si soffre di problemi come il panico, di fatto, si va in panico all’idea di andare in panico. In altre parole, dopo il primo attacco, è proprio la paura di averne altri che paralizza e ciò a volte può tradursi nel rinchiudersi in casa, considerata un luogo sicuro e protettivo. 

Caratteristiche degli attacchi 
Durante gli attacchi di panico possono manifestarsi: 

  • Palpitazioni che possono palesarsi come un aumento della frequenza del battito cardiaco.
  • Sudorazione: può capitare di sudare molto con l’imbarazzo che ne consegue.
  • Si può sperimentare una vivida sensazione di soffocamento, abitualmente descritta come una mano che strangola il collo, oppure come una massa bloccata in gola. Questo sintomo probabilmente è uno dei più terrificanti che si possono sperimentare anche se nessuno è mai soffocato davvero durante un attacco
  • Spesso possono presentarsi dolori toracici che fanno pensare ad un infarto, ma ovviamente non lo è.
  • Nausea o disturbi addominali.
  • Vertigini o sensazioni di testa leggera, infatti può capitare di veder girare tutto ciò che si ha intorno e di doversi attaccare al muro o sedersi per non cadere.
  • Depersonalizzazione, ovvero la sensazione di sentirsi distaccati dal proprio corpo e di vedersi “dal di fuori”, come in un sogno. 
  • Derealizzazione, ovvero la sensazione di vedere in modo distorto il mondo circostante: le cose sembrano strane e irreali e le persone sembrano quasi automi. 
  • Brividi, vampate di calore, pelle d’oca, bruciori, formicolii.

Inoltre possono manifestarsi anche:
1. paura di perdere il controllo o di impazzire e di fare qualcosa di imbarazzante come ad esempio fuggire gridando da un supermercato;
2. paura di morire: inizialmente si tende a razionalizzare i sintomi e spesso la prima reazione è di andare alla ricerca di una patologia organica (piuttosto che ammettere che sia qualcosa di più profondo). Di conseguenza si può credere che gli attacchi indichino la presenza di una malattia grave come un’epilessia o un ictus nonostante i test negativi e le rassicurazioni del medico. 

Conclusione
Probabilmente la conseguenza più importante degli attacchi di panico è che si tende a ricondurre tutto ad una dimensione corporea e non sempre ci si pone una semplice -ma al tempo stesso fondamentale- domanda, ovvero: «ma insomma, panico di che cosa?».
Gli attacchi di panico possono essere invalidanti poiché, di fatto, limitano la persona tanto da portarla a riorganizzare la propria vita in base agli attacchi. In questi casi l’aiuto di un professionista può rivelarsi fondamentale.

Valerio Di Lazzaro

Bibliografia:
Pozzetti R. (2007), Senza confini. Considerazioni psicoanalitiche sulle crisi di panico. Milano: Franco Angeli

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